09 gennaio 2007

Sitelinks

Argomento: Sitelinks.
  • Cosa sono? Sono dei link visualizzati da Google
  • Dove si trovano? Sotto alcuni risultati di ricerca
  • A cosa servono? Ad aiutare gli utenti a navigare nel sito fornendo delle scorciatoie
  • Perchè sono stati introdotti? Per consentire agli utenti di risparmiare tempo e di trovare rapidamente le informazioni che cercano
  • Come funzionano? Vengono prodotti in modo completamente automatico quando Google trova buoni link tra quelli presenti nella struttura del sito
  • Quando vengono visualizzati? Solo quando Google ritiene che siano utili per l'utente

Questi sono i dati ufficiali.

Le principali conseguenze sono:

  • uno strano effetto dopante fornito da Google al destinatario del servizio
  • il disorientamento sull'argomento da parte del mondo SEO
  • una strana impressione di come la comparsa dei sitelinks comunichi, involontariamente, più di quanto voluto.

L'effetto dopante. L'utente che si trova di fronte ad un sitelink rimane talmente colpito dalla sua potenza dal rimanere in un primo tempo estasiato, poi in stato ipnotico, con la conseguenza di essere alla fine meccanicamente spinto a cliccare su questa meraviglia con percentuali che, secondo una statistica da me inventata, risultano essere superiori al 97% rispetto a qualsiasi altro link o diavoleria web. Alcuni studi condotti a distanza di tempo dalla prima esposizione al backlink, confermano come l'immagine del sito diventi così forte da rimanere impressa nella mente dell'individuo per tempi paragonabili al ricordo di una forte martellata su di un dito. Del resto il sitelink comunica più o meno: "Caro utente, per quello che cerchi ti fornisco un primo risultato che, come puoi vedere, è un super portale molto ricco e apprezzato. A si, di seguito puoi trovare le solite paginette."

Il disorientamento SEO. I sitelinks sembrano essere il risultato di una selezione naturale di alcuni esperimenti fatti da Google in merito al miglioramento delle informazioni fornite agli utenti. Dopo vari tentativi hanno preso il formato attuale. Molti degli interventi SEO su come riuscire ad ottenerli hanno portato alla formulazione di consigli perlomeno risibili fondati su visionarie interpretazioni basate sui modelli tradizionali:
"Il sito deve avere una chiara e valida Link Popularity."
"Il sito deve assolutamente avere link autorevoli, affidabili e di qualità."
"Le pagine listate sono scelte dall’algoritmo sulla base della link popularity."

I Sitelinks segnalano la comparsa di algoritmi completamente nuovi basati sull'analisi automatica dei comportamenti degli utenti, cosa che pochi SEO sembrano aver intuito. Almeno da quanto si evince da questo approfondito studio di Ultra Tasted sui sitelinks. Prendendo come esempio un sito senza una struttura particolare, con basso PR, non particolarmente etico e autorevole e nonostante questo molto visitato, Ultra Tasted deduce che:

  • I sitelinks NON dipendono dall'uso di un layout semantico.
  • I sitelinks NON dipendono da un alto PR.
  • I sitelinks NON dipendono dall'etica e dall'autorevolezza

successivamente commenta su ABC Motori di ricerca:
[...] Comunque, recentemente è stato reso pubblico il brevetto dei sitelinks di Google, nei quale si afferma che -come in tempi non sospetti avevo già pronosticato sul mio blog (non metto il link perchè non spammo, IO) tutto dipende dalle ricerche degli utenti, dai dati della toolbar (yuppi! allora è vero), e, in minima parte, dalla struttura del sito.
Quanto alla struttura del sito, non è necessaria un html semantico o particolare, basta un semplice html 4.01 a tabelle. L’importante è che non sia un sito tutto in Flash.
Ultra. [...]

Ripeto, per chi non avesse capito, la sintesi della sintesi di come funziona l'algoritmo dei sitelinks di Google:
"tutto dipende dalle ricerche degli utenti, dai dati della toolbar e, in minima parte, dalla struttura del sito"

Finalmente, poi, approdo sul post di seobythesea Google’s Listings of Internal Site Links for Top Search Results citato anche da Marco Ziero in Visualizzazione dei link interni dei siti ai primi posti su Google dove trovo un'ottima analisi che interpreta, mantenendosi fedele allo stesso, il recente brevetto di Google. Da notare che il brevetto non si limita a descrive l'attuale implementazione, in quanto è stato volutamente esteso per includere possibili futuri sviluppi.

Dato che ne ho lette troppe a riguardo, decido che è il caso di impegnarsi nella lettura del brevetto in originale (lettura peraltro molto istruttiva). La parte che ritengo centrale indica come l'algoritmo si può basare sull'analisi dei dati presenti nei sistemi di memorizzazione dei log chiamati "Log data storage 320". Nel punto [0036] del brevetto viene descritto come questi sistemi di memorizzazione possono memorizzare i dati relativi agli accessi alle pagine web e/o ai siti. Possono memorizzare il numero di volte che una pagina viene visitata. Inoltre possono memorizzare per ogni pagina, una tabella dei link in uscita e per ogni link i dati relativi al numero di accessi, la permanenza media sulla pagina, nonchè un indice del possibile acquisto di un prodotto della pagina.
Insomma, i log data storage possono contenere una statistica completa delle visite.

Punto [0036] del brevetto originale con evidenziati i passi interessanti:
[0036] Log data storage 320 may store data associated with clients' 110 access of various web pages and/or sites. For example, log data storage 320 may include information representing web pages that have been accessed by clients 110, such as hyperlinks associated with the web pages. Log data storage 320 may also store information indicating a total number of times each of the web pages corresponding to the hyperlinks have been accessed by clients 110 and/or an amount of time (e.g., average) clients 110 have stayed on each of the web pages. Log data storage 320 may further include information representing the number of links (e.g., from various other web pages) that point to each particular web page identified in log data storage 320. Alternatively, or in addition to the information described above, log data storage 320 may include information indicating whether a typical client 110 scrolled through the web pages identified in log data storage 320 or linked out of the web pages without scrolling. In still further alternatives, or in addition to the information described above, log data storage 320 may store information retrieval scores associated with each web page identified in log data storage 320, where the information retrieval score indicates how closely a particular search query matches information on the web page. In still other alternatives or in addition to the information described above, log data storage 320 may store information identifying the likelihood that a typical client 110 will make a purchase associated with an item displayed on a web page. The likelihood that a purchase will be made may be provided by an entity (e.g., a company) associated with the particular web page or may be provided from user logs. In each case, the information stored in log data storage 320 may be used to determine a quality measure associated with a number of web pages in a particular web site, as described in more detail below.

La strana impressione. Penso che questa storia dei sitelinks faccia emergere molto bene, forse oltre quanto previsto, quelle che sono le possibilità di tracciare il comportamento degli utenti e di determinare, proprio in base a tale comportamento, importanti informazioni sulla reale utilità delle pagine visitate. Informazioni dirette, ottenute dal comportamento degli utenti.
Se fino ad oggi contavano la struttura, i contenuti e la popolarità, i sitelink insegnano che da domani conteranno anche i comportamenti.

  • ai primordi c'erano i Meta Tags
  • poi c'è stata la svolta del PageRank
  • attualmente c'è il tentativo di valutare i contenuti
  • il futuro è nei comportamenti dei visitatori

2 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti!
veramente un ottimo post!!!

marco ziero

seoAlfa ha detto...

Molte grazie,
a presto.